(di Alice Borghi)
Sono tornata ai francesi. Pennac mi mancava però. Cosa posso scrivere che non sia ancora stato scritto di questo romanzo, il secondo della bellissima saga di Malaussène? Credo poco, purtroppo. Non mi ha fatto passare notti insonni, e per fortuna. Mi ha divertito, e molto. E’ infarcito di stranezze, eppure è molto banale nella trama: lo spunto è un evento di cronaca nera, qualcuno a Belleville si diverte a uccidere le vecchiette. Ma fin dall’inizio il poliziesco è usato per giocare sul filo del ridicolo: se qualcuno uccide le vecchiette, com’è che è proprio una vecchia “fata” a sparare per prima?
Il romanzo prosegue così, a furia di rovesciamenti e carambole.
Se volete sapere come, vi consiglio di leggerlo. Scoprirete che Pennac è un vero maestro della trama e dell’ordito. Niente è lasciato al caso eppure, nello stesso tempo, La fata carabina sembra sempre un caos vorticoso.