Ritorno a Belpasso

Ho presentato il libro a Belpasso, nel mio paese, da dove sono partita, da dove è cominciato tutto. La libreria Motta ha colto l’invito, ha detto di si e ha organizzato l’incontro. L’evento è stato inserito tra le manifestazioni dell’estate Belpassese. La location scelta è bellissima il cortile “Russo Giusti” una corte profumata di gelsomini custodita dentro gioiello di architettura etnea. E’ una sera dolce, le maniche lunghe del bel vestito che ho indossato sono giuste per il clima settembrino. Sono emozionata e ho voglia di scappare. Le mie sorelle sono emozionate anche loro e molto coinvolte. Si vestono e si truccano con cura, le mie nipoti e i miei bisnipoti sono una piccola corte affettuosa e vociante. I partecipanti arrivano alla spicciolata, facce che non vedevo da decenni, facce che ho coltivato dentro il cuore. C’è tanto, ci sono tutti, scampoli di giovinezza, arie paesane, amicizie di contiguità. Apre la presentazione un giovanissimo presidente del Consiglio Comunale, mi ringrazia per la presenza coccola la mia belpassesità. Il giornalista che mi intervista ha l’aria mite di chi conosce i sentimenti, mi accarezza con le sue domande. È curioso e partecipe. Lui vuole sapere. La platea vuole sapere. Ascoltano senza quasi respirare, della mia malattia, della mia guargione, del mio amore e dei miei ricordi. Mia nipote legge due brani del libro con la voce commossa, sento il suo cuore battere mentre legge. Le mie sorelle piangono e applaudiscono ad ogni risposta. Ed è tutto morbido, circolare. La fine della presentazione sono baci e abbracci. “Ti ricordi chi sono io?”

 

Un libro sincero

Il Cinghiale sta piacendo. E’ comprato, è letto. Le parole non sono più solo mie, circolano, diventano patrimonio degli altri. I pensieri sono condivisi e si arrichiscono di riflessioni e stupori, di esperienze ed emozioni. Qualcuno mi ha mandato la foto. Altri hanno scritto recensioni. Mi piace. E’ tutto molto bello e caldo.
silvio
21 giugno 2018 –“un libro sincero che racconta la battaglia tra l’individuo e la malattia dove vince l’ironia e la positività.
vale l’acquisto”
ALESSANDRA CECCHINATO

12 luglio 2018 – “Amore e ironia – che nascono da un senso profondamente doloroso della vita – vincono quel cinghiale che è malattia e terrore all’Hotel Venezian e distruzione nell’orto.
Con delicatezza infinita, poesia ed eleganti sfumature, l’autrice racconta la paura che l’assedia attraverso lo sguardo dei suoi occhi verdi che vedono lontano e lo sguardo altrui, ottuso nel riconoscerla come essere umano ancora esistente.
Un cuore rotto che batte e pulsa come il cratere dell’Etna e che come il vulcano si assopisce un po’ per poi tornare prepotentemente alla vita, come gli ortaggi nell’orto dopo il freddo inverno.
Un orto come nascita, raccolta ed emozione….e come l’amore, la radice più forte ancorata alla terra, alla vita, ad un futuro senza confini dove i cinghiali non possono entrare ma solo arrendersi, per lasciare spazio all’eleganza, alla bellezza e all’inebriante fragranza del gelsomino.”

Antonio Cipriani Vald’O Art, Book & Wine

San Quirico d’Orcia

11 luglio – “Beh, non me l’aspettavo. Sorprendente, delicato e forte. Come mi sei apparsa tu dal primo istante.”

 

 

 

Il mio Dottore nell’orto

Ed eccolo qui, è arrivato allo Stazzo, con la 500 familiare e il portapacchi. Il mio oncologo è arrivato con la sua famiglia, la moglie, e i due figli adoloscenti impertinenti e chiassosi. Nella prefazione del libro aveva scritto: “Una sola cosa non ho potuto verificare: lo Stazzo in Sardegna. Sarà davvero così unico? Sarà davvero un luogo magico in cui si mangia solo verdura colta nell’orto. Non ne sono così sicuro, devo prenotare un volo…” Lo ha fatto ha prenotato un traghetto, e una sera di inizio luglio è arrivato. Avevamo accesso le lucine, tirato a lucido le stanze. Abbiamo mangiato “panedda e pane carasau”, bevuto un torbato locale. E’ andato in giro assoporando e misurando la verità, lo Stazzo non è solo una location, ma un luogo, un luogo vero, bello e aspro, inusuale inaspettato. La terrazza sospesa sul fiume Liscia lo ha rapito, scorci e tramonti, chiacchere e aperitivi. E poi il mare, i bagni, la cagnolina trovata in spiaggia, e l’andirivieni sulla SS 133 per accompagnare i figli dagli amici. Il compleanno di Bianca festeggiato in un buon ristorante con tanto di regali e battimani finale. E un pomeriggio, inaspettatamente Riccardo, il figlio 15enne, è entrato nell’orto, ha strappato le erbacce, ha ripulito le aiuole, ha rastrellato i vialetti. Ha lavorato per più di due ore, sudando e appassionandosi. Mi ha presa in giro dicendo che non ero un granchè di contadina. Un inaspettato corto circuito di emozioni e sentimenti.

 

E di nuovo l’orto!

E rieccoci qui! In Sardegna, allo Stazzo, a rifare l’orto. Siamo arrivate dal mare con la macchina carica di tutte noi, vestiti e costumi, computer e chiavette, cappelli e occhiali da sole, vino francese e olio toscano. Siamo contente e il cuore è allegro, abbiamo scaricato le valigie e abbiamo preso possesso degli spazi che la natura nel frattempo, tutto l’inverno, si era ripresa. Quest’anno ha piovuto tanto, tutto è fiorito, tutto è verde e vitale, il mirto ha fiori bianchi delicati e un profumo inebriante, la lavanda è viola e delicata, l’olivo Livio ha germogli e piccole olivette, le lucette Ikea si riaccendono al tramonto sul tronco di legno che sostiene la veranda. Abbiamo ripiantato l’orto. Come ogni anno, siamo tornate al nostro vivaio preferito. Il proprietario un levantino dallo sguardo furbo e dal sorriso dolce ci ha servito con la solita flemma: lattughino, pomodori, peperoni, melenzane, peperoncini e zucchine, piccole piante che ci renderanno felici. Diletta ha fatto le buche e io ho diretto i lavori, ogni pomeriggio inaffiamo abbondante, ogni mattina guardiamo con amore le piccole evoluzioni. L’orto c’è! e anche noi

 

 

All’Istituto Nazionale dei Tumori affetto e partecipazione

Stanotte non ho dormito, avevo ancora tutta l’adrenalina in corpo, la presentazione all’INT è stata fatta. Avevo così tanta paura di non farcela, di non essere all’altezza, di deludere le aspettative. Avevo paura che le persone non venissero che lasciassero me, l’intervistatore, l’oncologo e Diletta soli, soli con i nostri pensieri e le nostre domande. E invece no, nonostante la difficoltà a trovare la Sala Bonadona (era veramente difficile trovarla), la gente è arrivata. Amici, parenti, persone sconosciute e i malati ricoverati, si sono seduti, hanno cercato posto, hanno atteso sorridenti e fiduciosi. C’erano quasi tutte le infermiere dell’8° piano, quelle che mi avevano curata, che mi hanno vista senza veli e senza voli, c’erano le mie amiche, c’erano delle ex colleghe, qualcuno ha già letto il libro, altri devono leggerlo e arrivano curiosi e interessati. Al tavolo dei relatori c’ero io con il rossetto rosso di Yves Saint Lauren, avevo  scelto con cura i vestiti, dopo valutazioni e prove con Diletta, volevo essere bella, fine, ma naturale, non volevo sembrare sembrare “preparata”. Lello Gurrado aveva l’aria simpatica e sgamata con una bella camicia e la cravatta, Luciano Sartirana, come al solito, era timido e deciso, Di Nicola misterioso e interessato, bello nella sua giacca di lino e la camicia bianca, Daniela Trentin elegante ed emozionata, Massimo Scotti elegantissimo e agitato, Stefano Mellerio animale da palcoscenico casual che rideva soddisfatto, infine il presidente dell’INT che ha aperto la presentazione con belle parole per me e il libro e  si è fermato per tutto il tempo. Lello è stato  bravissimo ha fatto le domande giuste, le risposte sono state spontanee, i medici hanno raccontato, le infermiere  hanno descritto e tutti gli altri sono intervenuti, c’era  un atmosfera calda, informale, piacevole e affetuosa, e nonostante il luogo e il tema c’era allegria e voglia di condividere, il tempo è filato ed eravamo già al firmacopie e ai saluti finali.  Bello mi è piaciuto!

Il cinghiale è al muro

Per la presentazione del 12 giugno all’INT Istituto Nazionale dei Tumori abbiamo preparato tante cose. Isabel ha montato il video, Stefano ha scritto la musica originale,  tutti ci stiamo preparando a modo nostro. Abbiamo fatto più incontri, ci siamo visti ed è venuto fuori un progetto comune, ognuno ci ha messo la sua visione, il suo mondo, il suo senso della vita.  Io qualche giorno fa ho incontrato Lello Gurrado il giornalista che farà da presentatore all’INT, lui ha scritto tanto ed è un autore del Gattaccio, abbiamo parlato seduti al tavolo di Giacomo il bar sotto il mio ufficio. Sono sempre  imbarazzata, mi vergogno in questa nuova veste di “intervistata”. E’ un pudore antico quello che mi fa tremare interiormente, mentre racconto le mie parole, e spiego la mia vita. Ma Lello ha capito il mio stato d’animo, mi ha raccontato di se, dei suoi libri e tra una cosa e l’altra ci ha infilato delle domande. Alla fine dell’Incontro ci piacevamo già. Per l’evento all’Istituto abbiamo preparato una locandina, è venuta molto bene. E’ proprio bella. Oggi Diletta e Isabel sono andate in via Venezian, sede dell’Istituto, hanno controllato che tutto fosse a posto, e hanno attaccato la locandina alle bacheche, una per ogni piano.  Tutti speriamo che venga tante gente.

Il Cinghiale alla Libreria Trovalibri!

Piove e piove! In questa strana primavera senza sole e senza maniche corte, ogni pomeriggio e ogni sera piove come se non avesse mai piovuto, la presentazione è alle 20.30, ma alle 19.30 comincia il diluvio universale. Ho paura, paura che non venga nessuno, che tutti si lascino spaventare dall’ acqua, che la pigrizia prevalga (probabilmente farei anch’io così). Io e Diletta siamo arrivate prestissimo, abbiamo comprato vino fragole e cioccolato, dopo la presentazione vogliamo brindare con gli intervenuti. Quando arriviamo c’è gia Carmelita che leggerà stralci del libro, c’è Alessandra Giordano un’ autrice delle edizioni del gattaccio che mi intervisterà, e poi c’è Katia che ha calcolato i tempi per non beccarsi la “bomba d’acqua” in moto!  Uff. Che nervosismo! E se non arriva nessuno? Arrivano Lella e Isabel con la videocamera, le ha sfiorate l’acquazzone. Mannagia! Ma il meteo è contro di noi, quando ci siamo unite c’era la neve alta 20 cm. Spero di non dire banalità! Alle 20.45 si comincia,  qualcuno bagnaticcio e speranzoso si infila dentro la libreria, qualcuno mi saluta con la mano, qualcuno strizza l’occhio, qualcuno si asciuga i capelli con un fazzoletto di carta. Alla spicciolata si accomodano sulle sedie ubbidienti e attenti. Isabel sistema il microfono sulla mia camicia a quadretti e mi chiede di guardare in macchina. Dai si comicia! Alla fine sono venuti in tanti!

Cose belle attorno al Cinghiale!

Accadono cose belle. Il mio libro scatena reazioni, sollecita pensieri, mette in circolo energie. Credo che questo succeda perchè io sono stata sincera, ho scritto quello che ho visto, quello che ho provato, quello che ho sentito. Non c’è fiction. E’ tutta la verità. Ho chiesto a Isabel Briskorn, la mia amica tedesca, che come recita il sito della sua  piccola agenzia Jackbel “crea e sviluppa prodotti audio-visivi in una combinazione di artigianato e tecnologia a ricerca e immaginazione”, di pensare all’animazione del cinghiale della copertina e di fare un video da proiettare alla presentazione del 12 giugno all’INT Istituto Nazionale dei Tumori, e lei si è innamorata del progetto. Ha cominciato a pensare e ad immaginare. Ha letto il libro, ha visto le foto ed è andata oltre. Mi racconta le sue idee con un italiano incerto e colorato, traduce il suo pensiero dal tedesco e inaugura neologismi e modi di dire che fanno fiorire altri mondi. Sta tagliando e cucendo, inventando e realizzando.  Lei è così entusiasta ed originale. Ne farà di belle. Mentre altri si coinvolgono e si fanno rapire dalla potenza del cinghiale, che maledetto lui, è straordinariamente vero. #insiemefacciamorecinto

Il Cinghiale in Radio!

Il “Cinghiale nell’orto” è andato in radio. Eravamo in tanti in via Pepe 18,  dalle ore 20 c’era la diretta su shareradio, la trasmissione era Mini-router, ma la festa è cominciata prima, dalle 18.30 ci siamo stipati dentro il piccolo mini studio di Anna Resmini, c’era chi vendeva il vino autoprodotto con le etichette artistiche, chi proponeva le mutande serigrafate, chi parlava del suo libro (io), chi cantava e recitava poesie: Giulia Anania. E’ stato bello c’era Diletta, c’erano tanti amici e amiche, e c’erano anche degli sconosciuti. Erano interessati e ben disposti ed erano lì solo per ascoltare noi. Un mix di gente, un mix di parole, un mix di odori, mentre sull’Isola (quartiere di Milano), sui grattacieli vecchi e nuovi tramontava il sole. E poi, c’era la radio ed eravamo in onda, con i microfoni e i pensieri, con Moby Dick del Banco di Mutuo Soccorso, e the Crus di Agnes Obel. La radio vicina e distante, che senti se vuoi, che ascolti se ti interessa. Bello. Lo dico sempre:  insieme si fa recinto. E anche stavolta è stato così!

15 anni Senza

Quidici anni senza Stefania. La sua intelligenza e la sua arguzia mi mancano. Rideva di gusto con una risata fragorosa, e spesso mi diceva “Chisari sei proprio pirla!!

“e Stefania, la mia cara pazza filosofa e indimenticabile Stefania. Amica e compagna della mia gioventù straniera. Stefania, Milano, Radio Popolare e Notturnover, Stefania io e te a vedere Patty Pravo al Teatro Lirico, Stefania a Pinarella di Cervia tutti insieme alla convention della radio. Stefania il tuo camicione a grandi fiori e foglie. Stefania navigata, vissuta. Stefania con i capelli ricci e gli occhiali blu. Stefania e la bianchina tutti dentro. Stefania che ama il pittore andiamo in Versilia. Stefania senza peli sulla lingua e con il cuore pieno di mancanza. Stefania intelligente e veloce, cervello creativo, cervello malato, cervello che ha ceduto. È andata via a 40 anni appena compiuti. Ci ha lasciate senza farsi vedere nei giorni della fine, noi, le amiche di sempre, davanti alla porta, sbigottite dal suo pannolone, impreparate alla sua sedia rotelle e alla sua mancanza. Noi senza Stefania per anni, decenni.”