Il realismo magico di Murakami

Kafka sulla spiaggia – Murakami

(di Nadia Kasa)

Una delle opere più celebri dello scrittore giapponese Haruki Murakami. Il romanzo viene definito del genere “realismo magico”. La storia infatti, si sviluppa tra il reale e il fantastico ed è caratterizzata da: cultura popolare, suspense, umorismo. Murakami è da tempo considerato uno dei favoriti al premio Nobel per la Letteratura.

Kafka sulla spiaggia narra le vicende di due personaggi che vivono in Giappone: un quindicenne, Tamura, che scappa di casa, e un anziano, Nakata, che parla con i gatti. Tamura è un ragazzo solitario, non ha molti amici e vive da solo con il padre – dato che sua madre se n’è andata quando lui aveva solo quattro anni, portando con sé la sorellina adottiva. Egli decide di scappare di casa per sfuggire a una terribile profezia che gli ha lanciato suo padre: ucciderai tuo padre e giacerai con tua madre e tua sorella. Tamura possiede una sorta di alter ego che gli dà la forza di compiere le sue decisioni: il ragazzo chiamato corvo. Kafka infatti – cioè il modo in cui si fa chiamare da chi non conosce il suo vero nome – in céco significa corvo.

Nakata è un anziano che vive solo, come Tamura, anche lui a Nakano. Ma il quartiere è grande, i due non si conoscono. Da bambino fu vittima di un misterioso incidente per il quale perse la memoria. Da allora venne considerato stupido e vive con un sussidio del governatore. Per arrotondare cerca i gatti che si sono perduti nel quartiere e li riporta ai loro proprietari.

Le vicende dei due appaiono legate, ma non si incontrano mai. Tamura scappa di casa e incontra nel suo percorso diversi personaggi. Il primo di questi è Sekura, che conosce nel pullman che lo sta portando nello Shikoku. Dopo un primo pernottamento in hotel Tamura si mette nei guai, una notte si trova davanti a un tempio macchiato di sangue senza capire come esserci arrivato. Spaventato, cerca l’aiuto della sola persona che conosce in quel posto: Sekura. Il secondo personaggio è Oshima, che rappresenta una guida per il ragazzo. Il signor Oshima lavora nella biblioteca Komura, dove Tamura legge tutti i giorni libri di diverso genere. Oshima sembra sapere tutto di ogni cosa. Il terzo personaggio è la Signora Saeki, la direttrice della biblioteca da cui Tamura è attratto fatalmente. Saeki è una donna sulla cinquantina, bella e intelligente, ma ha un passato doloroso, e Tamura osservandola, ha l’impressione di conoscerla da sempre. Quella donna ha qualcosa di particolare. Intanto, anche Nakata si trova nello Shikoku alla ricerca di una pietra (che pare essere magica) e ha fatto la conoscenza di un camionista, Hoshino, che lo aiuta nella sua impresa.

Nelle sue cinquecento pagine, la storia tiene incollato il lettore sul libro, come una sorta di calamita. La curiosità di leggere il capitolo seguente è sempre forte. Lo scrittore possiede la capacità di creare la suspense nel momento più adatto della narrazione. I personaggi vengono descritti in maniera minuziosa nelle loro caratteristiche più intime, come un pittore fiammingo a cui nulla sfugge. Alcuni temi ricorrenti dei libri di Murakami si presentano anche in questa storia: l’adolescenza, come momento di transizione e periodo crudele; l’amore per la musica classica; l’interazione con una dimensione fantastica alternativa distinta dalla realtà, ma coesistente; la solitudine dei personaggi.

La vicenda, avendo del fantastico, fa domandare al lettore di continuo quali siano i punti fermi della realtà, e mano a mano che si procede con la lettura, questi si assottigliano sempre di più. Il messaggio del libro è chiaro, come in molte leggende della cultura giapponese: il personaggio deve andare incontro al suo destino, affrontarlo a prescindere da ciò che di terribile potrà accadere. Murakami lascia scegliere il finale della storia al lettore – che, perplesso – cerca di dare una sua interpretazione ai fatti. Solo il personaggio della storia, nel suo intimo, conosce la verità su ciò che è accaduto. Colui che legge può solo cercare di apprendere la lezione che Murakami vuole dare, cioè, quella di affrontare le situazioni così come vengono, come vuole il destino, senza fare alcuna resistenza.