Primavere

(di Federica Tosadori)

Premessa
A volte i libri sono noiosi.
No. Non fraintendetemi. Non parlo di contenuti. Anche se, in effetti… a volte anche i contenuti sono noiosi. Molto.
Ma non è questo il punto. Io parlavo di forma. L’oggetto-libro a volte è noioso: pesante, uniforme, rigido, sempre uguale a se stesso.
Istintivamente si impara a usarlo, un libro. Forse questa copertina va sollevata? Sì! Forse devo guardare tutti questi segni neri fino a che non ne colgo il significato? Sì! Forse devo voltare questa pagina sottile e giallina per poter trovare nuovi segni e carpirne ancora il senso, magari è tutto collegato? Sì! Forse devo compiere questo meccanismo fino in fondo? Sì! Hey, sono in fondo, e ora? Devo girare di nuovo la copertina? L’ho chiuso? …e ora? Ne compro un altro, sarà uguale, anche perché ora che ho imparato sento uno strano vuoto poco sopra la pancia senza un libro da sfogliare. E non è fame perché ho appena trangugiato un pacchetto di biscotti mentre leggevo…
Insomma. Fogli e parole. Parole e fogli. Sì è vero, si sono inventati gli ebook, sono un po’ diversi, nella loro impalpabilità, ma anche loro sono molto simili l’uno con l’altro, in quello spazio magico in cui esistono (ma dove vivono gli ebook? Bha).

Poi però, per fortuna, mentre ci interroghiamo sui massimi sistemi dei libri elettronici e non, ci torna alla mente un ricordo dal nulla, un pensiero pop-up: il cappello della strega disegnato sul quel libro che mi aveva regalato la zia… poi c’era un dinosauro verde, bellissimo, si poteva accarezzare. Ma era in un libro! E la fata che incontrava il gigante? Mi sembra di averla davanti agli occhi quella sagoma dormiente sotto l’albero di mele rosse. Ah, per fortuna che esistono i libri per bambini!
Hey aspetta ma io sono adulto. Cioè, credo. Allora da dove arriva questa voglia di comprare un libro per bambini? Ma certo perché… perché ogni testo è una sorpresa! Probabilmente non dovrò nemmeno sfogliarlo come tutti gli altri… magari si apre dalla fine, forse avrà delle pagine accartocciate e dei ritagli appiccicati sopra! E poi le immagini… le immagini! Quale gioia.

Esempio
Ecco, ve ne faccio vedere uno:
Primavere, testi di Alessio Di Simone, illustrazioni di Alessandro Di Sorbo, casa editrice VerbaVolant.

“Dispiegando le pagine si segue la storia fino a scoprire l’ultima tavola: un poster da incorniciare e appendere a parete.”
Appendere a parete, capite! Questo è un libro appendibile?! E poi ce ne sono tanti diversi, in questa collana di “Libri da parati”: quello che racconta di una principessa scrittrice, quello che si illumina al buio, quello che parla di caffè! Questo in particolare, è la storia di un bacio. Un bacio delicato, vaporoso, inaspettato.
Si tratta di un foglio unico, che lentamente si apre, sempre di più, sempre di più…
Svelando nuove pagine, che sono soltanto nascoste dietro. Un mondo alla fine appare sotto gli occhi di noi lettori mezzi adulti mezzi bambini. Curiosiamo. Impariamo nuovi modi di leggere un oggetto-libro che sta proprio qui, tra le nostre mani, appeso alla parete, mentre gli ebook svolazzano ancora nel loro spazio invisbile.
Questa magnifica idea ha il copyright VerbaVolant, una casa editrice siciliana di Fausta di Falco

p.s. L’affermazione iniziale non corrisponde per niente al vero pensiero dell’autrice.