Ascolta! Parla Leningrado… Leningrado suona!

L-Leningrado

Pagine: 83
Prezzo di copertina:
12,50 euro
Collana: Theatrika
Formato: brossura
Dimensioni: A5 (15×21)
ISBN: 978-88-906391-2-8

Dall’8 settembre 1941 al 27 gennaio 1944, Leningrado – la città di Pietro il Grande, di Puskin, di Dostoevskij, la “Città di Lenin” – subisce un tremendo assedio da parte delle truppe naziste. Sopra il Palazzo d’Inverno, nubi rosso sangue incendiano il cielo. Per strada, sui muri lungo la Nevskij Prospekt compare la scritta “Il nemico è alle porte”.
900 giorni di assedio. Un milione di morti. 750.000 di questi non sono stati colpiti dalle bombe e dai proiettili, non sono morti in battaglia. Sono morti di fame.
Sempre l’8 settembre, le truppe di Hitler colpiscono i magazzini Badajev, in cui è custodita gran parte delle scorte alimentari per la popolazione. Nell’aria si sente un odore dolciastro… è lo zucchero che si sta sciogliendo, e la terra lo assorbe. Mesi dopo, un bicchiere di quella terra a un metro di profondità sarà venduto al mercato nero…

Un gelo a livelli inimmaginabili, la fame che costringe a nutrirsi letteralmente di tutto, i pochi camion di rifornimenti che arrivano passando sul lago Ladoga ghiacciato a rischio continuo di sprofondarvi.
Da quel cerchio d’acciaio niente e nessuno potrà più uscire, per 900 giorni. Niente.
Tranne la voce di Radio Leningrado, che riesce a ricevere uno spartito di Dimitri Šostaković (la Settima, o “Sinfonia di Leningrado”) composto appositamente per gli uomini e le donne sotto assedio; e a radunare i 116 musicisti necessari per una storica quanto toccante diretta.
È il 9 agosto 1942: Leningrado suona… una diretta che farà sapere agli abitanti, ai nemici e al mondo che Leningrado sa resistere e continua a voler vivere.

Estratto

Parla Leningrado! Parla la città di Lenin!
Cannoni lontani lenti
Questo era l’inizio delle trasmissioni di Radio Leningrado.

PETROVA: Potrei andare io con la slitta.

Cannoni continui

BABUSKIN: Cerchiamo di non sprecare parole inutili, tra poco sarà buio, non si vedrà nulla per le strade, senza contare il freddo, e non penso che lei abbia le forze per portare la legna per le stufe del comitato radiofonico, anche se così gli studi geleranno ancora di più (lentamente a sfinire) e gli strumenti si possono… si possono…

ORLOVA: Mi dispiace compagno Babuskin, non ho… ero troppo stanca e mi sono addormentata… abbiamo spento tre incendi questa notte dopo il bombardamento e non mi sono svegliata prima del coprifuoco… io non volevo…

LEONTEV: Indosseremo più vestiti e dormiremo con i cappotti per questa notte.

POLOVNIKOV: Leontev… Leontev…

LEONTEV: Poi domattina andrò con le slitte a recuperare da qualche parte…

POLOVNIKOV: (voce alta) Leontev… noi dormiamo già con i cappotti anche quando abbiamo la legna per la stufa.

PETROVA: Siamo sicuri di aver bruciato tutti i mobili, tutto che quello che si poteva bruciare? Forse negli altri piani della…

POLOVNIKOV: Abbiamo bruciato tutto e anche qualcosa di più. Potremmo deciderci per il pianoforte.

LEONTEV: Non penso sia un’idea condivisibile…

BABUSKIN: Penso che dovremo trovare una soluzione comunque, anzi ho deciso…

PETROVA: Compagno Babuskin, penso che bruciare il pianoforte sia un’idea stupida, prima o poi riprenderemo a fare i concerti anche in radio e ci servirà di sicuro un…

LEONTEV: Per la radio dobbiamo trovarla anche per questa notte, una soluzione, e non bastano solo i cappotti.

ORLOVA: Dobbiamo pensare anche agli studi, non si riesce a parlare. L’altra mattina c’erano dieci gradi sotto zero.

POLOVNIKOV: Potremmo mandare in onda il metronomo… almeno fino a quando non gela… (tossisce) mi sembrava un’idea come un’altra… (gelo)

BABUSKIN: Per questa notte useremo la carta per tenere tiepide le stufe.

PETROVA: Ma non ne abbiamo per riscaldare le stufe, scriviamo…

ORLOVA: Non vorrà usare i fogli della redazione… Siamo gia disperati, scriviamo su ogni pezzo di…

BABUSKIN: (deciso) I libri.

Pausa, gelo

POLOVNIKOV: Scusi… compagno Babuskin, ho capito bene? Ha detto i…

BABUSKIN: Avete capito benissimo, ho detto i libri, quelli che vi siete portati da casa, quelli che avete messo sotto i letti, i libri… e vi invito a muovervi. È un ordine e… come tale non intendo discuterlo.

Vociare contrariato

BABUSKIN: Portate i libri che volete bruciare… (tosto) Adesso. Ne abbiamo già bruciati a centinaia… e a milioni. I libri sono stati bruciati in ogni casa… per sopravvivere si può e si deve tentare…

LEONTEV: (pausa, indecisione) Io avrei… questo libro… è un’edizione della biblioteca di mio padre.

POLOVNIKOV: Fermo lì! Non faccia un altro passo. Metta giù quel libro. Non si può bruciare Puskin. È la nostra vita, è la nostra poesia, la nostra terra.

LEONTEV: Io non brucio Puskin. Brucio della carta. Puskin lo conosco a memoria.

POLOVNIKOV: Ma è carta della biblioteca della sua famiglia!

LEONTEV: E della carta adesso abbiamo più bisogno che dei libri di una vecchia biblioteca. Le prometto che se l’assedio finirà riscriverò per lei tutte le poesie di Puskin che ancora ricorderò.

Qui abbiamo fermato i tedeschi.

Recensioni

Donato O.: Ho una certa età, i bombardamenti e la fame durante la guerra qua a Milano me li ricordo… questo libro ne da un’idea molto chiara…

Lucaz: Ora e sempre Resistenza! Nazisti di merda!

Luciano D.G.: Una sola parola: poderoso!

Stefano F.: Di solito non mi piace leggere un testo teatrale… ma questo mi ha conquistato dalle prime battute… un capolavoro, grazie sentite…

Susanna: Toccante, mi ha steso… conoscevo Ferrentino solo da Catersport, ma qua siamo ad alti livelli!

Sergio Ferrentino

nato a Ivrea (TO), è animatore e direttore dei programmi di Radio Popolare di Milano dal 1981 al 1996. Con Massimo Cirri scrive due libri: “Via Etere”(1989 Feltrinelli) e “Il mistero del vaso cinese” (1993 Sperling & Kupfer; vi collabora anche Carlo Oliva; diventerà un radiogiallo in 17 puntate, un periodico a fumetti disegnato da Maramotti e stampato mensilmente da Linus, un libro).
Dal 1988 al 2000 è coautore degli spettacoli di Lella Costa; collabora con Linus, Tango, Smemoranda.
Nel 1997 è autore e regista di Caterpillar, programma che conduce con Massimo Cirri per 676 puntate (Radio2 RAI).
La terza opera letteraria viene mandata alle stampe nel 1998 ed è una raccolta di commenti, documenti e qualche analisi sulla trasmissione Bar Sport (“Pebbacco o Devi morire”), scritto con Giorgio Lauro e Marco Ardemagni.
Da settembre 2000 – sempre con Lauro e Ardemagni e sempre su Radio2 RAI – conduce Catersport, che a oggi ha già superato le 1100 puntate.
Nel 2002 cura regia e adattamento radiofonico di “RadioBellaBlù”, radiogiallo scritto da Carlo Lucarelli e Massimo Carlotto (Radio3 RAI).
Nel 2003 inizia la sperimentazione con il settore prosa radiofonica della Radio Svizzera Italiana. Vi produce i radiodrammi “In fondo alla notte” (scritto con gli allievi della Scuola Golden di Torino); “Lettere Note” ( radiogiallo in cinque puntate); “Ascolta! Parla Leningrado!” (adattato anche per il teatro); “Svergognando la morte” (in olofonia).
Nel 2006 è curatore del libro “Vedi alla voce Radio Popolare” per la Garzanti.
Dal 2001 al 2008 insegna alla Scuola Holden, dove nel 2010 è direttore didattico del Master in tecniche di narrazione radiofonica.
Dal 2002 insegna all’Università IULM di Milano, corsi sulle tecniche di drammaturgia, animazione e narrazione radiofonica”.
Fonda e dirige a Milano la Fonderia Mercury srl, luogo sperimentale di elaborazione dedicato al mondo acustico e all’audiodramma in particolare.