Finitela di diffondere la scrittrice razzista

I tragici attentati di Parigi del 13 novembre 2015 hanno rifatto circolare su web cose scritte dalla scrittrice e giornalista Oriana Fallaci, che peraltro risalgono al 2001.
Una congerie di panzane che ho invitato a non piazzare sulla mia bacheca di Facebook, perché le avrei subito fatte sparire.
Il 95% delle persone intervenute mi ha appoggiato.
Alcune non erano d’accordo e mi hanno chiesto il perché.

Per prima cosa, basta guardare la realtà per vedere che ciò che dice la scrittrice razzista è falso:
1) “Illudersi che esista un Islam buono e un Islam cattivo ossia non capire che esiste un Islam e basta”. Nel mondo ci sono un miliardo e 600 milioni di musulmani. La maggior parte sono in Indonesia (205 milioni), India (177 milioni), Bangla Desh (150 milioni), Egitto (80 milioni), Iran (74 milioni) fino ai 10 milioni del Senegal. Qualcuno di questi ha mai compiuto un atto ostile contro di noi?
2) Poi ci sono i Paesi a maggioranza musulmana con situazione più critica: Pakistan (178 milioni), Turchia (75 milioni), Iraq (31 milioni), Afghanistan (28 milioni), Arabia Saudita (25 milioni), Yemen (24 milioni), Siria (21 milioni). I Paesi del Golfo – Emirati Arabi, Qatar e Bahrain – sommano meno di 5 milioni di musulmani. Ma tra costoro, Turchia, Arabia Saudita e Paesi del Golfo (nonostante una situazione di diritti umani assurda, potrebbe essere l’Islam peggiore) sono addirittura nostri alleati politico-militari e partner commerciali; e le situazioni tremende in Iraq, Siria, Afghanistan le abbiamo provocate noi aggredendo loro, non viceversa. Ricordo che l’aggressione occidentale all’Iraq ha provocato più di mezzo milione di vittime, e si è basata su prove inventate.
3) I veri motivi delle guerre e del terrorismo per Siria o Afghanistan sono di tipo economico e geo-strategico, non certo religioso. E la cupa testardaggine di Tel Aviv nell’impedire uno Stato palestinese offre molto fuoco al risentimento. Ma questo alla Fallaci sfugge del tutto.
4) Per quanto riguarda la situazione in Europa, ci sono 1,5 milioni di musulmani in Italia, contro i quasi 5 milioni della Francia, i 4 milioni della Germania, e i 3 milioni del Regno Unito. Di nuovo, 1,5 milioni su una popolazione italiana di 60 milioni sono circa il 2,5% della popolazione… pizzaioli e kebabbari, muratori, operai, commercianti e piccoli imprenditori che hanno il solo scopo di fare soldi e di vivere tranquilli pregando per i fatti loro, come è evidente se pensiamo alle persone chiaramente islamiche attorno a noi e nella nostra vita quotidiana. Ci uccidono forse con l’onda? La pizza che compro dall’egiziano sotto casa mia mi sta avvelenando lentamente?
5) E registriamo anche il fatto che migliaia dei loro bambini e ragazzi frequentano le stesse scuole dei nostri figli, si conoscono, fanno i compiti, bigiano le interrogazioni, vanno in gita scolastica esattamente come i nostri. Questi sarebbero nostri nemici?
Costei dice: “è in atto una guerra di religione. Una guerra che essi chiamano Jihad. Guerra Santa. Una guerra che non mira alla conquista del nostro territorio, forse, ma che certamente mira alla conquista delle nostre anime. Alla scomparsa della nostra libertà e della nostra civiltà.”
Ma che cavolo sta dicendo?
Qualcuno di noi è mai stato costretto a diventare islamico?
Il più grande, ricco, armato, popoloso Stato islamico del mondo – l’Indonesia – ci ha mai fatto una guerra, ci manda gente a far proseliti, rimpalla trasmissioni tv via satellite o diffonde video di propaganda verso di noi? Ed è un posto dove le donne si vestono come pare a loro, tanto per toccare un altro degli argomenti più utilizzati alla bisogna.

Per seconda cosa, la scrittrice razzista diffonde uno schema mentale per cui ci siamo “noi-e-loro”.
Ed esistono “le culture” come oggetti immutabili, gruppi umani racchiusi in damigiane ben tappate che non possono interagire e il loro unico scopo è sopraffarsi a vicenda.
A parte l’ovvia constatazione che più la gente gira, viaggia e conosce e più le società che ne nascono sono qualcosa di inedito, ricordo che è lo stesso schema mentale – appunto razzista, mentalmente pigro, pauroso e sospettoso di tutti, incapace di andare al di là del proprio naso e imparare qualcosa, fino ad atti violenti veri e propri – che anima il Ku-Klux-Klan; ma anche ciò che si pensava degli italiani meridionali negli anni ’50 e ’60… sono abbastanza vecchio da ricordarmene.

Per terza cosa, la scrittrice razzista diffonde un secondo deleterio schema mentale: quello per cui non si ragiona in termini razionali, nonostante costei parli di Ragione (quando qualcuno piazza maiuscole a caso vuole solo che si creda e si obbedisca tutti in truppa, non che si rifletta!), ma sulla base di solo risentimento viscerale. Essa non riferisce nessun dato comparabile, nessun riferimento storico, nessuna linea di tendenza, nessun accenno a decisioni politiche, scontri di interessi materiali, strategia di consenso… nulla di nulla, perché pensiero e argomentato senso critico le sono del tutto estranei.
E quando si scrivono cose solo ascoltando le proprie reazioni primordiali non si va da nessuna parte, non si capisce dove siamo e cosa dobbiamo fare, creiamo le condizioni per superficialità, ignoranza, violenza.

Il fatto che esistano organizzazioni criminali come Daesh e Al Qaeda ci deve far trovare le difese più efficaci, da quelle armate e di intelligence a quella del progetto di società migliori. Società ben lontane dai discorsi da paleolitico della Fallaci, della quale trovo sacrosanto contrastare la diffusione. Perché questi sì minano i nostri valori.

2 thoughts on “Finitela di diffondere la scrittrice razzista

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *