Sharazad, la narratrice araba tra passato e futuro

(di Isabella Gavazzi)

Sharazad è la figura di donna, araba e scrittrice più famosa del Medio Oriente: questa poliedrica figura come si è evoluta da allora? Sono queste le domande base emerse durante la conferenza tenutasi al Mudec lo scorso 26 ottobre, organizzata in concomitanza della mostra dedicata all’antico Egitto. Presenti in sala tre autrici: Basma el-Khatib scrittrice, giornalista e autrice televisiva – libanese residente in Qatar – Rania Ibrahim – scrittrice italiana di origine egiziana – e Fayza Ismail – scrittrice siriana residente in Italia. Tre donne, tre storie diverse ma legate dalla stessa provenienza culturale, anche se ognuna declinata a seconda delle esperienze personali.
C’è chi come Basma è cresciuta durante la guerra ma in una famiglia appassionata di letteratura, avvicinata dalla nonna anch’essa narratrice di storie; c’è Rania, arrivata in Italia a due anni e a tutti gli effetti cittadina del Bel Paese, che ha dovuto trovare una sua identità cercando di unire la componente italiana con quella egiziana e Fayza, cresciuta chiusa in casa perché donna ma plurilaureata tramite internet e arrivata qui dopo diversi anni di viaggio dalla Siria.
I temi affrontati sono passati dal problema del giudizio altrui, ai pregiudizi, al rapporto delle donne arabe con il proprio corpo e in relazione agli altri, anche se la sensazione più bella è stata quella che trasmettevano con i loro racconti: quello di donne come tutte le altre, di donne forti, consapevoli delle loro doti e che vogliono avere il loro posto nel mondo.

Persone, oltre che donne, spinte da passioni e voglia di far capire a un occidente sempre più chiuso in sé stesso che siamo tutti simili e che il messaggio che passa dai mass-media sulla condizione femminile è stereotipato.
Come Sharazad, anche loro – punte di un iceberg – si espongono per raccontare non solo la loro condizione, ma la loro arte.

“Scrivere è un destino”, dice Fayza, e loro cercano di portare questo destino a più pubblico possibile, per far conoscere un Mondo Arabo ora dimenticato: quello della cultura millenaria, delle storie orali e della donna che detiene da sempre il potere della parola e del racconto.