Scartafaccio

SCARTAFACCIO - Copertina

Pagine: 65
Prezzo di download:
2,90 euro
Collana: Oxumaré
Formato: e-book
ISBN: 978-88-98914-80-7

I libri di Clelia Lanucara sono concepiti come quegli adorabili quaderni della scuola primaria di tanti anni fa, nei quali gli studenti scrivevano, disegnavano, incollavano immagini tratte da altri libri o anche riviste, per dare vita alle parole, in un’epoca in cui gli occhi e la mente non erano ancora violentati ininterrottamente da video e fotografie, e anche per dare forma alla loro immaginazione.

A questo si aggiunga una quota poetica che riporta alla mente Ada Negri, facendo rivivere un mondo che si pensava perduto per sempre, fatto di tenerezza e gesti delicati, perché Clelia ha compreso e vuole far comprendere che la gentilezza è la strada (ahinoi, abbandonata da tempo) per poter ricostruire non solo il mondo che è fuori di noi, attraverso gesti ecologici e di cura per la Natura, da noi deturpata in modo sconsiderato e insopportabile, ma anche per ricostituire quel mondo interiore sconvolto dalle troppe parole inutili.

Questo libro si sofferma, un poco alla maniera pascoliana, sulle piccole cose: fiori, insetti, il vento… – particolari, schegge sfuggite alla smania di rendere ogni cosa artificiale – in grado di ricomporre la frammentarietà nella quale siamo caduti. (dall’introduzione di Francesco Idotta)

Estratto

Occorreva rintracciare il Santo. In realtà, per Albero non sarebbe stato difficile rintracciare il Poverello, quotidianamente era informato dei suoi movimenti grazie al Wood Wide Web (rete larga di legno), il network sotterraneo che collega e fa parlare gli alberi tra loro tramite filamenti di funghi che si trovano nel terreno. Una fitta rete di radici intelligenti capaci di far scambiare informazioni di ogni tipo tra alberi anche a distanze siderali.

La rete Internet utilizzata da Albero si estendeva per tutto il sottosuolo umbro. Snodo d’informazioni erano gli alberi autoctoni e alcuni di quelli forestieri di recente introduzione nell’ecosistema di questa verde mistica regione.


Se gioventù sapesse
Avevo capelli

blu notte
e fretta.
Fretta
di vederli
argento.
Avvenne.
In un istante.

 

Il tempo
Il tempo

dopo di te
ha volto e nome.
Non dirmi
è scritto nelle stelle,
ma delle notti lunari
prestami silenzio e
quiete di cristallo.

Clelia Lanucara

nasce a Reggio Calabria il 12 giugno 1940.
La sua formazione umanistica comprende studi di Pedagogia, Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti, teologia, paramedica per disabili; con interessi via via più forti verso l’estetica, la filosofia, la letteratura.
Opera in istituti per disabili, dove crea una scuola di ceramica a supporto dello sviluppo motorio dei bambini; dedica molti anni con la Croce Rossa presso ospedali civili e militari.

Dal 1970 al 1980 dirige due gallerie d’arte, frequentate tra gli altri da Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Dorazio, Fabio Mauri, Carlo Carrà. Scrive per riviste del settore, realizza cataloghi di mostre e volumi su singoli artisti.
Oltre alle arti figurative, la sua curiosità è rivolta a nuove forme di espressione: Body Art ed eventi happening, con performer di alto livello. Fa anche da talent scout per giovani artisti, molti dei quali sono oggi conosciuti in tutto il mondo.

Nel 1992 vuole sperimentare territori nuovi e apre un negozio di fiori in corso Garibaldi a Reggio Calabria, che fin dall’inaugurazione la stampa definisce un’astronave. Un’iniziativa che attira attenzione e richieste di allestimenti da molte parti d’Italia, fino a quelli per le visite alla città di Giovanni Paolo II e del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Come riconosciuto da esperti prestigiosi, Clelia non crea semplici allestimenti floreali o addobbi, ma vere e proprie installazioni.

Un percorso di immaginazione artistica di grande originalità, che prosegue oggi attraverso la riflessione e la scrittura: scrive e pubblica Moderna Rosa ( 2014), la raccolta poetica Ladra di versi (2019), L’albero maestro cantore e Chiamatemi Moderna Rosa (2022) e oggi Scartafaccio, tutti con le Edizioni del Gattaccio.