Il cielo nell’acqua

Il cielo n - COPERTINA

Pagine: 131
Prezzo di copertina:
15,00 euro
Collana: Il nostro maggio
Formato: brossura
Dimensioni: A5 (15×21)
ISBN: 978-88-98914-42-5

Il cielo nell’acqua è una storia di gesti semplici, narrati da un uomo che è alla ricerca di una semplicità quasi primordiale, sentita ormai come perduta, ma forse non irrecuperabile. La realizzazione di un percorso alternativo a quello che viene inconsapevolmente imposto ai più: “Viviamo nello stesso mondo, sotto lo stesso cielo e respiriamo la stessa aria, ci nutriamo dello stesso cibo”, una presa di coscienza da cui si dirama l’intera vicenda, alla scoperta di nuove possibilità di vita, descritte con un linguaggio sincero. Niente trucchi da quattro soldi, avrebbe detto Raymond Carver.

Il nostro “buon selvaggio” si muove in un territorio letterario già conosciuto, che gode di una tradizione autorevole, da Montesquieu a Thoreau, ma con la consapevolezza che la natura umana non è poi così priva di ombre.

Estratto

In un’edicola all’incrocio di due strade si comprò una mappa del posto, dopodiché arrivò nuovamente sul ponte. Stette appoggiato al parapetto per un bel po’. Ogni tanto alzava il piede destro sul ferro in basso, poi cambiava posizione, e ci saliva col sinistro. Non era molto soddisfatto di come erano andate le cose col vecchio custode; sapeva che era un povero pensionato che passava il suo tempo in quel giardino, aiutandosi a vivere. Lo aveva trattato male, uno scatto esagerato, forse un po’ troppo. Che ne sapeva di quel vecchio, di quello che aveva passato, di come viveva.

Una serie di terreni lottizzati, dai quali emergevano i cartelloni delle agenzie immobiliari che si riflettevano nell’acqua come spettri, sfilava lungo una fiancata del fiume. A un centinaio di metri dal ponte, vide una barca ormeggiata a un palo di legno conficcato nel terreno. La fissò per lungo tempo, immobile come la barca stessa, e per un attimo immaginò di salirci sopra, liberare l’ormeggio e scivolare trasportato dalla corrente, spinto da una lieve brezza che lo portasse via e lo depositasse in qualche luogo dove sentirsi a casa.

Il fiume gli stava dicendo alcune cose. La voce dell’uomo, e dei battelli.

Se qualcuno passando di lì lo avesse visto con quell’aria malinconica e sconsolata, si sarebbe spaventato. Ma la gente passava senza farci caso e i ciclisti frusciavano come pipistrelli. Se si fosse buttato in acqua nessuno se ne sarebbe accorto, nemmeno se ci fosse caduto per sbaglio. Non era sua intenzione farla finita, sparire dal mondo. Era così, tanto per dire.

Il fiume continuava a dirgli alcune cose. Se acqua fosse acqua, che voglia di bere.

C’era poco da dire, pensava. I rimorsi non dovrebbero esistere nella vita di una persona: ti inseguono senza lasciarti in pace, come quei cagnolini che finché non gli dai un bel calcione non smettono di inseguirti con quel loro isterico abbaio. Di tornare dal nonnetto a chiedergli scusa non se ne parlava nemmeno; tutta quella storia non gli era piaciuta affatto e lo aveva messo in agitazione. Non riusciva a pensare ad altro che alle sue parole, alla sua testa, chiedendosi ogni tanto in che direzione fosse casa sua.

Prese la mappa dalla tasca e seguì con l’occhio il celeste tratto del fiume sulla cartina, dal punto in cui si trovava e su su fino al suo podere. La coda di quel serpente azzurro si perdeva sui monti, ancora innevati in cima, per poi scendere all’interno di una valle montuosa; correva adagiandosi verso la parte collinare colma di verdi boschi di lecci e castagni che lui conosceva molto bene, formando un piccolo lago all’incirca a metà strada, per poi snodarsi giù giù fino alla città, attraverso il ponte in cui poggiava i piedi e finendo con la testa immersa in un fiume più grosso, a due passi dal mare. Alzò gli occhi dalla cartina. Guardava il paziente corso d’acqua scendere a valle. Scorreva lento, pacifico sotto le sue suole, carico di un’energia oramai spenta.

Toni Carli

Nasce a Tripoli (Libia) nel 1958, ma a tre anni torna in Italia con la sua famiglia. Cresce a Fiume Veneto (PN), dove si diploma all’Istituto Tecnico per Geometri di Pordenone. Poi si trasferisce in Toscana: tra le colline senesi concretizza il sogno di vivere in campagna, lavorando la terra in piccole realtà comunitarie. Il 25 maggio del 1986 un incidente in moto lo costringe su una sedia a rotelle.

Studia pianoforte e altri strumenti; fino al 2014 ha svolto la sua attività alla “Fondazione Siena Jazz”, scuola di musica prestigiosa e nota anche all’estero. È autore del romanzo autobiografico Tanto per rimanere uguali, (ed. Polistampa),  Una dea bendata (ed. Pagliai) e Le uova degli angeli (Edizioni del Gattaccio). Ha scritto racconti e dialoghi teatrali e ha curato la regia di uno spettacolo multimediale dedicato a Chet Baker. È autore dei testi di un’opera musicale di Mirco Mariottini dedicata a David Lazzaretti, “il profeta dell’Amiata”.