Antologialla

ANTOLOGIALLA - Copertina per sito

Pagine: 520
Prezzo di download:
7,99 euro
Collana: Narrative
Formato: e-book
ISBN: 978-88-98914-73-9
Curatore: Luciano Sartirana

L’e-book comprende tre romanzi gialli.

Nomination
In un reality show, i concorrenti sono criminali (uomini e donne) già condannati alla pena di morte. La pena è condonata se vincono il gioco. Il tutto si svolge su un’isola deserta nel Pacifico. In diretta tv avranno la possibilità di raccontare la propria storia personale e la propria versione dei fatti e, in base a questo, ogni sabato sera il pubblico decreterà sul telecomando chi sarà mandato a morte. Fino a che ne resterà uno. L’audience sarà eccezionale fin dalla prima sera. Ma la situazione sfuggirà di mano agli organizzatori.

Assassinio in libreria
Una prestigiosa libraia milanese, tra coloro che ancora possono decidere il successo o il flop di un romanzo, organizza una serata per celebrare i dieci anni di attività, con appunto un party fra i libri. Sono presenti i migliori autori del giallo italiano, e anche molti colleghi stranieri, fra i più famosi al mondo. Durante la serata, però, la libraia muore avvelenata tramite del cianuro versato nella sua flûte. Tutti gli scrittori mettono in campo la loro immaginazione per aiutare la polizia a scoprire il colpevole.

La scommessa
Un famoso scrittore di gialli e un critico letterario finiscono entrambi in galera. Il critico sfida lo scrittore: scrivere un giallo con lui presente, sottoposto quindi a osservazioni micragnose a ogni capitolo. Se il critico indovina chi è il colpevole vince la scommessa, altrimenti questa passa a vantaggio dello scrittore… e chi vince può addirittura ottenere la libertà. Come si svilupperà il giallo? Come è possibile scrivere con qualcuno addosso? Perché due letterati apparentemente tranquilli sono finiti in cella? Chi vincerà?

Estratto

da Nomination
«Signori, ancora un po’ di pazienza. La giuria non ha ancora finito. Sta controllando tutti i tabulati telefonici e rivedendo uno per uno i conteggi delle centraline. Come potete immaginare, non vogliamo correre rischi, tutto deve essere fatto alla perfezione per evitare… Ma ecco… ecco il risultato. Me lo stanno portando in una busta sigillata. Lo leggeremo insieme, perché io in questo momento ne so quanto voi.»
«Vai sulla busta!» ordinò il regista al cameraman «Sulle mani che aprono la busta. E tu, Mike, aprila molto lentamente, senza fretta, e parla piano, a bassa voce, lascia che si senta fino in fondo la musica.»
Mike Powell recepì l’ordine e con grande calma diede il via all’operazione. Mentre le sue mani frugavano nella busta continuò a parlare: «Ancora pochi istanti e sapremo chi sarà il primo concorrente a essere ucciso. Il suo nome è scritto sul biglietto che sto per estrarre da questa busta. Vi ricordo che l’esecuzione avverrà fra un’ora esatta. Dopo questa eliminazione ci sarà una tregua di sette giorni e sabato prossimo toccherà a un altro morire. Ma restiamo a oggi. Dunque, gli Stati Uniti d’America hanno stabilito che il primo concorrente a essere giustiziato e a lasciare il ranch sarà…».
Un’ultima pausa.
«Vai sulle facce!» gridò il regista.
Le otto facce dei concorrenti passarono nuovamente una a una sullo schermo, finché Mike Powell scandì un nome e un cognome.
Poi lo stacco pubblicitario di un jeans.
«Restate con noi!»

da Assassinio in libreria
Fu ancora Camilleri a dare la scossa.
«Ragazzi, ascoltatemi bene. C’è soltanto una risposta da dare a questa brutta storia»
Si sistemò meglio sulla sedia. Si sporse in avanti puntando i gomiti sul tavolo, fece scorrere lo sguardo sul gruppo dei colleghi giallisti fissandoli uno per uno negli occhi e, dopo una pausa che la diceva lunga sulle sue esperienze di autore teatrale, disse con voce ferma: «Dobbiamo trovare l’assassino».
«Noi?» domandò Carofiglio.
«Sì, noi!»
«E perché noi?»
«Perché sì. Ragioniamo: il giudice Cassano, ve l’ho appena detto, crede che Tecla sia stata avvelenata da uno di noi. Come possiamo convincerlo che si sbaglia? Trovando il vero assassino. Finché non ci riusciremo, rimarrà su di noi il sospetto. Una cosa francamente fastidiosa!»
«E come facciamo a beccarlo?»
«Ci facciamo aiutare dai nostri eroi. Mettiamo in pista Montalbano, Pietro Binda, De Luca, l’Alligatore, Ferraro, Lazzaro Santandrea, l’avvocato Guerrieri, Bustianu… Avete capito? Facciamo ricorso ai loro metodi di indagine e vediamo se funzionano o se per anni abbiamo scritto solo fesserie. Prendiamola come una sfida»
«E chi dobbiamo cercare? Te ne sei fatto un’idea?» chiese Roversi.
«Un aspirante scrittore, un mitomane, uno che ha ossessionato Tecla mandandole i suoi dattiloscritti nella speranza che lei lo facesse diventare ricco e famoso. Fino a quando Tecla evidentemente non ne ha potuto più, l’ha mandato affanculo e lui l’ha uccisa. Questo penso io».

da La scommessa
«Bob Smith non è sicuramente il colpevole. Ma questo per ora lo sappiamo soltanto noi, per il semplice fatto che ci siamo messi d’accordo all’inizio della storia. Irwin Gerber non poteva saperlo e per questo, quando lo convocò nel suo ufficio, 72 ore dopo il ritrovamento del cadavere di Baby, pensò di avere tra le mani qualcosa di grosso. È d’accordo, professor De Vita?»
«Fino a un certo punto. Io credo invece che anche Gerber doveva aver già capito che Smith non poteva essere il colpevole»
«E perché, professore?»
«Per un motivo banalissimo: la mancanza di un movente. Smith non aveva motivo di uccidere Baby»
«E perché no? E se lei lo avesse ricattato minacciando di dire tutto alla moglie? Molti omicidi si spiegano così»
«Molti, sì, ne convengo, ma non questo, Schiavi. Non regge. Quando una donna ricorre ai ricatti e alle minacce? Quando teme di essere scaricata. E non era certamente il caso di Baby Evert. La sua storia con Bob Smith era cominciata da poco e stava attraversando la fase più esaltante. L’ha detto  lei, Schiavi che era “un amore vero, una storia importante”. Sono le parole con cui ha chiuso il Erano tutti e due felici, in particolare lui che si sentiva ringiovanito di vent’anni e dunque non pensava neppure lontanamente di troncare la relazione. Quindi mi creda, non c’erano le condizioni per un ricatto e men che meno per un omicidio. Bob Smith era da considerare inequivocabilmente innocente. Da subito!».

Lello Gurrado

Nato a Bari nel 1943. È giornalista dal 1965.
Dopo aver fatto uso di libri che parlavano di droga (Gli sdrogati, Mamma eroina, Don Mazzi, un prete da marciapiede), ironizzato sul proprio mestiere (Il mestieraccio, Se ho smesso io), ucciso una libraia (Assassinio in libreria), arrestato un giallista (La scommessa) e fatto una carneficina in diretta TV su un’isola maledetta (Nomination)… dopo tutto questo, più due libri più banali legati alla cronaca (Khomeini e la questione iraniana, San Siro, la Scala del calcio), ha cominciato a scrivere romanzi di denuncia. Prima ha raccontato la crisi di un padre al bivio tra resistenza al lavoro e pensionamento (Invertendo l’ordine dei fattori), poi ha denunciato le discriminazioni e il razzismo esistenti nella società di oggi (Fulmine), perfino in modo grottesco e divertente (Nel gommone).
Di recente ha raccontato la Prima Guerra Mondiale (La Grande Guerra di Elmo e Sauro)
– Foto: Lucrezia Delle Foglie.