Ladra di versi

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Pagine: 43
Prezzo di download:
4,20 euro
Collana: Poesie dell’acqua scritta
Formato: e-book
Dimensioni: A5 (15×21)
ISBN: 978-88-98914-29-6

Quelle di Clelia Lanucara sono poesie brevi, dirette, umili, ma semplici solo in apparenza.

Tra le loro righe c’è il tessuto bizantino di metriche del tutto personali, un’ironia e un’autoironia rare, l’affetto per i propri ricordi, le proprie gratitudini.

Via via, ecco che Clelia ci parla del tempo prossimo o lontano, del suo eccentrico rapporto con la letteratura, dello sguardo nervoso tanto esigente quanto sorridente sulle persone, fino alla vibrazione, intima e lucreziana, con particolari momenti della giornata, come l’alba. Temi grandi, eppure riassunti in attimi. Come diavolo si fa?

Il tempo è unico, pare ci venga da lei suggerito, una freccia che, attraverso un oggetto, lega ciò che viviamo oggi con quanto vissuto lontano, un taglio di luce, una persona che ci scrive, un cappello abbandonato.

C’è il gioco lezioso del sentirsi esterna al mondo ufficiale delle Lettere, la paradossale dichiarazione di incapacità a scrivere. Pare faccia l’altezzosa, ma quanto ci prende in giro! Ma non è il vezzo di chi invece sa scrivere, e bene, piuttosto la serenità tranquilla della maldestra autodidatta delle proprie opere: sa di non sapere, ma fa lo stesso e ciò le dà libertà.

In realtà Clelia ammira i grandi della letteratura e le epoche grandi della cultura; ed è il suo dirsi piccola che le permette di accucciarsi vicino a loro senza tremore.

Nella poesia, nel tempo, nell’amore, nelle albe Clelia ci cammina fiduciosa. E ogni tanto si volta indietro per vedere se siamo ancora con lei. Se ce la facciamo.

È facile, venite con me…! Ci dice da lontano.

Estratto

Il regalo del tempo
Ad ogni alba
la luce.
Ed una ruga in più.

 

Per catturare luce occorre essere alti.
Tra le foglie
del bosco
all’alba
la luce
vaga stranita
e solo
del più alto albero
diventa cima.

 

Smarrimento
Vago sospesa
tra lampioni e stelle.
E non è affatto sera.

 

La verità non è un cucchiaio di miele
Per te che te ne stavi in poesia,
per me, vigilante sentinella
disattenta,
vela insultata dal vento,
per noi che perdemmo le parole
la verità non è un cucchiaio di miele.

 

La lettera
Quando tornerai
troverai tutto a posto.
Ho innaffiato le rose
rialzato un ciuffo di viole
aperto la gabbia al canarino.
Ho parlato con le talpe
che m’hanno detto:
“Vieni con noi nel buio,
lì, nel silenzio, noi abbiamo pace”.
Troverai tutto a posto al tuo ritorno.
Se non mi vedrai, le talpe ti diranno.
Ps: il mio cappello è sullo scrittoio.

Clelia Lanucara

nasce a Reggio Calabria il 12 giugno 1940.
La sua formazione umanistica comprende studi di Pedagogia, Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti, teologia, paramedica per disabili; con interessi via via più forti verso l’estetica, la filosofia, la letteratura.
Opera in istituti per disabili, dove crea una scuola di ceramica a supporto dello sviluppo motorio dei bambini; dedica molti anni con la Croce Rossa presso ospedali civili e militari.

Dal 1970 al 1980 dirige due gallerie d’arte, frequentate tra gli altri da Renato Guttuso, Giorgio De Chirico, Dorazio, Fabio Mauri, Carlo Carrà. Scrive per riviste del settore, realizza cataloghi di mostre e volumi su singoli artisti.
Oltre alle arti figurative, la sua curiosità è rivolta a nuove forme di espressione: Body Art ed eventi happening, con performer di alto livello. Fa anche da talent scout per giovani artisti, molti dei quali sono oggi conosciuti in tutto il mondo.

Nel 1992 vuole sperimentare territori nuovi e apre un negozio di fiori in corso Garibaldi a Reggio Calabria, che fin dall’inaugurazione la stampa definisce un’astronave. Un’iniziativa che attira attenzione e richieste di allestimenti da molte parti d’Italia, fino a quelli per le visite alla città di Giovanni Paolo II e del Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Come riconosciuto da esperti prestigiosi, Clelia non crea semplici allestimenti floreali o addobbi, ma vere e proprie installazioni.

Un percorso di immaginazione artistica di grande originalità, che prosegue oggi attraverso la riflessione e la scrittura: scrive e pubblica Moderna Rosa (Edizioni del Gattaccio, 2014).