Pagine: 135
Prezzo di copertina: 14,00 euro
Collana: Theatrika
Formato: brossura
Dimensioni: A5 (15×21)
ISBN: 978-88-98914-08-1
Il libro è composto da sei pièce teatrali.
Le prime due riguardano l’adolescenza e la difficoltà di crescere, individuare una propria immagine autonoma, costruire relazioni non oppressive e fiduciose: “Lucifera” è un monologo sull’anoressia; “Iole” rivisita il mito di Iole ed Eracle in chiave appunto di ricerca di se stessi.
Segue “Tangenziale. Storia di una strada e oltre”, sui cambiamenti sopravvenuti sul territorio veneziano con l’apertura dell’autostrada di Mestre, in relazione all’immaginario legato allo spostarsi, in Veneto come nella trasformata Europa del dopo Muro (Premio Donna Teatro 2009).
“Storia di noi tanti” rivive e approfondisce gli eventi che il ‘900 ha prodotto nella società veneta, nel lavoro, nei rapporti sociali, nelle aspettative del vivere comune.
“Assunta Precaria” presenta, sia pure in tono stralunato e sardonico, le condizioni e le contraddizioni del lavoro di oggi: precario, fragile, privo di senso e soddisfazioni.
Si chiude con “Comunque sia bisogna avere occhi”, storia di una grande fabbrica di lenti per occhiali, la Galileo, metafora dell’impossibilità di vedere oggi esistenze e modi di produzioni diversi.
Estratto
Da “Lucifera”:
Eccoli. I vicini. Che vanno solicelli o a frotte per le scale crocchiando infamie o banalità dai trugli sempre spalancati e sbraitanti. E fanno apposta, Babuska, a tormentare la tenerella e a far scattare l’allarme ogni cinque minuti, o a sciacquare i panni trugli così che si sente uno sfruglio acquifero che scende dai tubi in corsa o di corsa tra i tubi.
E quanto cagano! Babuska, non sai!
Lo fanno apposta. Perché mai così grande incomprensione, Babuska, da parte dei babordi trampolanti che mi odiano al punto da stuzzicarmi le orecchie tenerelle camminando sopra la mia capa tormentata con gli zoccoli indisponenti! E mi detestano fino al punto da reagire ai miei strilli asserragliando il mio innocente Bau Bau nello sgabuzzino nero per un giorno intero, oh Babuska, senza ausilio di acqua cheta, né di cibo lercio, senza compagnia di trampolanti o di altri qualsivoglia quadrupedi.
Così è stato, Babuska!
Che colpa ne ho io se attiro tanto odio?
Se sono frigida e tenerella insieme?
Da “Tangenziale. Storia di una strada e oltre…”:
Immaginiamo dunque che Gustav, abbia partecipato alla distruzione del muro, insieme ad altri, che l’abbia anch’egli abbattuto e portato via a grandi pezzi, che fosse diventato col tempo un po’ meno perditempo e un po’ meno borchie braccialetti; e immaginiamo anche che non finì gli studi, poiché trovò lavoro come camionista per la ditta Smitz, e che anch’egli più volte la settimana, a cavallo di Bisonte Selvaggio sia passato più volte, come molti altri, per la Tangenziale di Mestre…
Come molte altre volte Gustav stava transitando per la tangenziale, direzione Trieste, cercò tra i programmi della radio un po’ di musica, reduce da una notte in camion, si ripromise di bere un caffè alla prima piazzola di sosta quando proprio in quel momento ritrovò la stessa musica, casualmente, che aveva sentito quella notte sul muro; e sentendo la musica si commosse e un filo denso di lacrime gli colò dagli occhi e gli finì in bocca; si asciugò con la mano, pensò che era quasi calvo e non aveva più sogni sulla testa; un camionista qualunque che macinava chilometri d’asfalto ogni giorno tra est ed ovest, gli venne da pensare a dove aveva lasciato il ragazzo con le borchie e i sogni dritti sulla testa, il ragazzo che voleva vedere cosa c’era oltre il muro…
E proprio in quel momento si ritrovò di fronte un altro camion, grande grosso marron, col rimorchio, provò a scansarlo, ma non ci riuscì, lo sfondò comunque, chiuse gli occhi nell’urto…
Antonella Saccarola
abita a Marghera, tra il Petrolchimico e la Tangenziale; lavora come insegnante in una scuola media. Importante per la sua formazione la ricerca di genere, in particolare con l’Associazione “Identità e differenza” di Spinea (VE).
Ha grande passione per il teatro: grazie alla vincita di alcuni concorsi ha visto la messinscena di “Lucifera”, un monologo sull’anoressia; di “Cielo aperto”, un testo su Simone Weil; di “Iole”, dal mito di Iole ed Eracle, sulla difficoltà di crescere. Ha poi scritto “Tangenziale. Storia di una strada e oltre”, Premio Donna Teatro 2009; “Indigena”, su come un territorio e i suoi abitanti possono essere stravolti dall’arrivo delle grandi fabbriche; “Assunta Precaria”, sulle condizioni del fragile lavoro contemporaneo; e “Comunque sia bisogna avere occhi”, storia di una fabbrica di lenti per occhiali.
Ha inoltre pubblicato il libro “Pensando Marghera. Viaggio in forma di interviste-racconto”.