Pagine: 100
Formato: e-book
Prezzo di download: 4,20 euro
Collana: Il nostro maggio
ISBN: 978-88-98914-74-6
Il libro prosegue sul diario multimediale di Anna
Tutto è cominciato da un russare forte… un piccolo campanello d’allarme, ma molto rumoroso. Il nostro corpo ci manda sempre dei segnali, ci parla, ci racconta di quello che succede all’interno. E, quando qualcosa esce dal solito ritmo, manda tutto all’aria, entra nell’orto e sradica certezze e verdura.
Anna racconta di questo imprevisto con un’ironia spregiudicata e attraverso una scrittura concreta, diretta, sincera. Nascosta dietro, c’è una sofferenza che lei ha saputo affrontare accompagnata da persone amiche – persino un amore grande – quelle che non finiscono nella Camera del ghiaccio.
Estratto
Mi sono alzata presto e per risparmiare ho preso il tram. È comodissimo, la fermata è sotto l’ospedale: sali, ti metti tranquilla e arrivi subito, mi han detto gli amici per tranquillizzarmi. Eh!?! Ma non dite cazzate!
Punto primo: da casa mia a quell’ospedale c’è la stessa distanza tra la luna e la terra! Punto secondo: non è tranquillo per niente, alle 7,00 della mattina questo tram è peggio di Victoria Station all’ora di punta il 24 dicembre! Punto terzo: non c’è un posto libero neanche a simulare di essere vecchia incinta in punto di morte e con le convulsioni. I posti sono assediati da signore truccatissime e profumatissime soddisfatte della conquista del sedile. Sui passamani sono arrampicati bambini sonnolenti e piagnucolosi, filippini che parlano ininterrottamente al telefono, intellettuali ostinati a leggere il giornale in doppia pagina. Punto quarto: cazzo, mi ricoverano, e questo non è normale! L’ospedale non è casa mia. L’ospedale è l’Ospedale – inutile definire e raccontare l’ospedale, tutti sanno che cosa è, ne hanno paura e fanno benissimo.
Ecco il Policlinico. Il Policlinico, che bella parola. Mi piace. Grande, importante, di tradizione. È l’ospedale che fa per me.
Ed eccomi qua: ospedalizzata. Il filo sottile tra la salute e la malattia è una coulisse in vita! Quella del pigiama per l’appunto. Stretta ai fianchi segna il passaggio nel mondo dei camici bianchi, dei sussurri preoccupati, dei quante volte ha evacuato.
La stanzetta è piccola, ma sono da sola, ci sta il letto e una sedia per le visite. La vecchia signora che sta nella stanzetta accanto russa forte e gorgoglia. Mi ha già detto che non userà la macchinetta, ma i suoi figli hanno tanto insistito, e lei per far loro contenti…
La dottoressa davanti a me è giovane, ed è tanto contenta della sua laurea in Medicina, del suo camice bianco ben stirato, della camicia che ha scelto stamattina da accoppiare ai pantaloni ben tagliati. È incinta. Sì, incinta incinta, si porta dietro quella bella pancetta, risultato di una strepitosa notte di sesso, con il suo strepitoso marito – ha la fede – giovane e bello nella loro strepitosa casa, arredata con gusto ma senza esagerare; e il loro piccolo sarà straordinario.
Ora, dunque, la dottoressa mi intervista, una lunghissima intervista, e chi sei e chi non sei, le malattie, le anamnesi, fuma, mangia, beve, dorme. No. Non dormo! Se dormissi starei qui? Non dormo! Non respiro. Mi alzo cento volte a far pipì, mi sveglio la mattina come una pazza! Mi sento con le gambe al posto della testa e dentro la bocca l’asfalto asfissiante di una betoniera!
Ho sempre sonno. Mi addormento alle riunioni, a teatro, al cinema, simulo la veglia punzecchiando la sonnolenza e conficcandomi le unghie sul braccio. Faccio fatica a respirare e tu mi devi guarire con la tua sapienza strepitosa.
Anna Chisari
Nata in Sicilia il 22 dicembre del 1962. La Sicilia nera della lava in un paese a scacchiera che si chiama Belpasso, dove le strade sono rette e traverse perpendicolari e l’Etna non è un fondale, ma anima viva di fuoco ed energia.
Da trent’anni vive a Milano; giornalista e blogger, scrive, scrivicchia e scrivacchia da quando aveva cinque anni. La comunicazione è il suo mestiere, ha scritto per fogli, si è inventata giornalini, è stata copy di gingle molto popolari, ha diretto per dieci anni la storica testata Milano Mese, ha lavorato per Notturnover indimenticabile trasmissione notturna di Radio Popolare. Il papà la voleva avvocato, la mamma sposa felice. Lei ha scontentato tutti e si è trovata un posto al Comune di Milano, dove ora cerca di comunicare Cultura con i social.
Ha scoperto di avere un Linfoma non Hodgkin nel 2015. Non è stata felice di scoprirlo. Ma c’era ed era da curare. Si è rimboccata le maniche. E per ora ha vinto. Ha già pubblicato un libro per i tipi di VandA epublishing.