Estranei

L-Estranei

Pagine: 90
Prezzo di copertina:
14,00 euro
Collana: Theatrika
Formato: brossura
Dimensioni: A5 (15×21)
ISBN: 978-88-98914-13-5

Pièce teatrale dal ritmo deciso, poche ma taglienti stille di parole, lui e lei e la fine della coppia.
Anche se lasciarsi quando è ora resta la cosa migliore, si cammina sull’orlo di ciò che può ancora capitare. A lungo, sia da soli che in due, si cercano la modalità, le frasi, il luogo e il momento per la messa in scena della coppia che finisce. Dare la notizia – come se già non la sapessero entrambi – per passare alle recriminazioni.

La fase che dovrebbe essere l’attenuazione graduale della coppia fino a sparire, talvolta diventa lo sviluppo di un nuovo viluppo, la coppia che sta insieme per poter capire perché non si sta più insieme e chi ne è il primo responsabile. Ci si convince a vicenda di cose mai avvenute, ricordi che non esistono, fino a creare un passato di coppia che non c’è mai stato: quello dei doppi fini e delle strategie. Modi di essere coppia propri della coppia che finisce, non di quella di prima.
La profonda discrepanza tra l’amore e la rappresentazione postuma dell’amore. Fra la decisione da prendere e la sua – appunto – messa in scena.
In un punto si accenna alla realizzazione personale attraverso il passare l’aspirapolvere: è l’istante in cui inizia la fine, o la libertà di non darne peso?
O solo ansia e nostalgia di pulizia interiore, oltre che sotto il divano.

Per mollarsi bisogna prendersi sul serio e prendere sul serio tutto ciò che c’era prima, sopportare di avere ricordi comuni. Paura di ammettere che non ci si amava davvero, che c’erano già nell’insincerità i germi del mollarsi. E se c’era insincerità, come si può essere sinceri nel mollarsi? È certo che lo vogliamo?
Un percorso scenico profondamente pinteriano, cronaca di ogni giorno.

Violenza maschile, talvolta; qui affrontata nella sua genesi più profonda.

Estratto

La donna appoggia carta e penne al tavolo.
Inciampa nell’aspirapolvere e si sofferma a guardarlo nostalgica.
L’accende e parla all’uomo urlando.

DONNA  Anch’io come lei non ho tempo da perdere.
Me ne devo andare presto.
Prestissimo.
Lascerò la casa in ordine, però.
Pulita.
Pulitissima.
E poi, le confesso, che passare l’aspirapolvere mi rasserena.
Mi emoziona.
Mi sento… realizzata
quando passo l’aspirapolvere.
Sente come suona?
Tutto il mio essere si sprigiona e riesco ad esprimermi meglio con l’aspirapolvere acceso.
Forse dovremmo dirgli addio parlando con l’aspirapolvere acceso a quei due!
Quanto divento ruvida quando grido la verità!
Non le sembro Patti Smith?

(allungando il tubo dell’aspirapolvere verso di lui)

Vuole provare?

(complice)

Magari trova le parole giuste.
Così se la toglie dalle palle!
Perché è quello che vuole no?
Liberarsi di lei.
Di voi.
No?

 Lei spegne l’aspirapolvere.
Silenzio.
L’uomo si alza, si avvicina a lei che è immobile con il tubo dell’aspirapolvere tra le mani.
L’uomo le parla molto vicino alle labbra.

UOMO   Me ne fotto delle parole.
Non ne ho.
Anzi senti: ti tradisco da quattro mesi.
Non ho le palle per dirtelo e lascerò che sia tu a dare le dimissioni.
Perché a me non interessa dirti addio.
Ti sto lasciando?
Sì.
Sono una merda perché non te l’ho detto prima?
Sì.
Sono un vigliacco?
Sì.
Non scopiamo da mesi.
Pensa: non è nemmeno colpa dei tuoi calzettoni notturni.
Mi annoia il tuo corpo.
E’ isterico.
Ma c’è di peggio: siamo diventati una cosa sola.
E questo mi fa ribrezzo.
Io voglio andare.
Senza di te.
Annusare il possibile.
Perderti per strada.
Perdermi.
Non sapere più niente.
Di te.
Di me.
Di noi.
Tornerò?
Non tornerò?
Chi se ne frega.
Non hai voglia di perdermi?

La donna lascia cadere l’aspirapolvere.
L’uomo si allontana e torna a sedere al tavolo.

DONNA  Eccola!

UOMO   Cosa?

DONNA  La lettera d’addio.

UOMO   Sì?

DONNA  Sì.

UOMO   Non saprei…

DONNA  E’ troppa stronza?

UOMO   Già.

DONNA  E’ come lei.

UOMO   Scusi?

DONNA  Lei è uno stronzo.
L’ho capito da come ha rifiutato l’aspirapolvere.
Non si rifiuta l’aspirapolvere.
Per giunta “in funzione” e offerta da una donna!
Scriva la lettera!
Quella donna deve sapere con chi stava.

Nadia Dalle Vedove

Si diploma in Sceneggiatura per fiction e documentari presso la Civica Scuola di Cinema di Milano nel 2001.
Collabora per anni con lo studio di produzione Fåröfilm, occupandosi soprattutto della fase di scrittura e sviluppo di prodotti audiovisivi.

Nel 2009 partecipa al corso di perfezionamento per Autori “Campus Script&Pitch” (Cineteca di Bologna) e da allora collabora come story-editor con F.E.R.T. Media Content Development Agency (Torino) – Affabula Reading.
Nel 2010 esce il suo primo lungometraggio “Il lupo in calzoncini corti”, scritto e diretto con Lucia Stano, prodotto da Fåröfilm e GraffitiDoc. Il film vince come Miglior documentario al Festival MIX di Milano (2011) ed è trasmesso su RAI3, nella trasmissione DOC3.
Ha lavorato per anni al laboratorio sull’improvvisazione jazz applicata alla regia nel progetto “Breaking Rain” di Pierpaolo Zaino, in collaborazione con la New York University.

È libraia da quindici anni per non perdersi nel mondo.
Sempre per questa ragione ha scritto il romanzo “Fino all’ultimo inverno”; e la pièce teatrale “Estranei” per l’esatto contrario.